Portiamo dentro di noi le meraviglie che cerchiamo fuori di noi.
Rumi
L'UOMO CHE ANDAVA FACILMENTE IN COLLERA storia sufi
Un uomo che si arrabbiava facilmente si rese conto, dopo molti anni, a che punto questa tendenza gli aveva reso la vita difficile.
Un giorno sentì parlare di un derviscio di grande conoscenza, dal quale si recò per chiedere consiglio.
"Va' all'incrocio che ti indicherò", disse il derviscio. "Vedrai un albero inaridito: siediti sotto l'albero e offri dell'acqua a tutti coloro che passeranno".
L'uomo fece ciò che gli era stato detto. Passarono molti giorni, ed egli si guadagnò una reputazione di asceta che si imponeva una severa disciplina di carità e autocontrollo, sotto la guida di un uomo di vera conoscenza.
Un giorno, un passante frettoloso voltò la testa dall'altra parte quando gli fu offerta l'acqua, e proseguì per la sua strada. L'uomo che si arrabbiava facilmente gli gridò a più riprese: "Vieni, ricambia il mio saluto! Prendi un po' di quest'acqua che do a tutti i visitatori!".
Ma non ottenne risposta.
Sconvolto da quel comportamento, il nostro uomo dimenticò completamente la sua disciplina. Imbracciò il fucile, che era appeso all'albero inaridito, prese di mira quel passante indifferente e premette il grilletto: l'altro cadde a terra stecchito.
Nel momento stesso in cui la pallottola attraversò il suo corpo, alcuni fiori sbocciarono gioiosamente sull'albero inaridito, come per miracolo.
Colui che era stato appena ucciso era un assassino che si stava accingendo a commettere il peggiore di tutti i crimini della sua già lunga carriera di criminale.
Ci sono due tipi di consiglieri.
I primi dicono che bisogna agire in base a certi principi prestabiliti da seguire meccanicamente.
I secondi sono gli uomini di conoscenza.
Coloro che incontrano l'uomo di conoscenza gli chiederanno consigli moralistici e lo prenderanno per un moralista. Ma egli è al servizio della Verità, non dei pii desideri.
Si dice che il maestro derviscio di questa storia sia Najmudin Kubra, uno dei più grandi santi sufi. Fondò l'Ordine dei Kubravi (i 'Fratelli Maggiori') che somiglia molto all'ordine fondato successivamente da san Francesco. Come il santo di Assisi, Najmudin aveva la reputazione di esercitare uno strano potere sugli animali.
https://www.remobernardi.com/p/laboratori-pratici-di-comunicazione.html?m=1
Secondo il punto di vista buddista, la mente è la creatrice del mondo. Crea tutto, anche la nostra felicità e i nostri problemi. Tuttavia, nemmeno il potenziale della mente di creare fenomeni ha un carattere autoesistente. Tale potenziale esiste a causa della natura non duale della mente, a causa dell'unità della natura assoluta e non autoesistente della mente e della sua natura relativa e interdipendente. Questa natura non è qualcosa che dobbiamo inventare; è già qui. Dobbiamo solo riconoscerla.
Lama Thubten Yeshe
"L'uomo che conosce se stesso non si preoccupa minimamente di ciò che gli altri dicono. Il tuo ego dipende dall'opinione altrui. Il tuo essere non dipende da nessuno; ecco perché l'uomo che fonda la sua vita sull'essere è sempre un ribelle, mentre l'uomo che radica la sua vita nell'ego scende a continui compromessi con la società. L'ego ha bisogno del sostegno degli altri, ha bisogno degli altri come puntelli: maggiore è il numero di persone a cui piaci, più il tuo ego risplenderà e si raffinerà. La mente moderna si preoccupa tantissimo dell'apparire. Come mai? "
Rajneesh
PROGRAMMA
È fonte di sorpresa per molte persone sapere che nello stato di sonno – quando siamo soli con noi stessi e possiamo guardare in noi senza essere disturbati dai vari rumori, inclusi fanatismi e idiozie che ci assediano durante il giorno – siamo in grado di sentire, di pensare più spontaneamente e di intuire in modo molto più acuto rispetto allo stato di veglia.
Quando sogniamo, possiamo essere meno ragionevoli e meno discreti, ma anche, rispetto alla nostra vita diurna, più intelligenti, saggi, dotati di fiuto, capaci di analisi critica e di fornire soluzioni creative ai problemi quotidiani.
Allorché riusciamo ad avere attimi di silenzio, bandendo il rumore che ci tiene prigioniero il cuore e la mente, la nostra attenzione ha la possibilità, infatti, di soffermarsi sui contenuti del sogno, una delle più significative espressioni dell’intelletto umano, un’avanzata espressione della creatività ignorata dall’uomo contemporaneo, il quale tende a non vedere null’altro che le cose che si affaccenda a conquistare e manipolare o da cui è conquistato e manipolato.
Ogni civiltà umana, da Oriente a Occidente, ha da sempre cercato di carpire i segreti dei sogni. Oggi, invece, non li si prende in considerazione neppure nelle aule universitarie di Psicologia.
È una grave perdita la mancanza di strumenti per comprendere i sogni: il metodo per capire il linguaggio simbolico dovrebbe essere insegnato nelle nostre scuole e nelle università alla stregua delle altre “lingue straniere”.
Uno degli scopi di questo Seminario è, dunque, inoltrarci, con chiarezza, in questo linguaggio dimenticato, per comprendere la strategia del sogno, perché alcuni sogni sono ricorrenti, se esistono sogni predittivi e come discernerli da quelli che esprimono i nostri desideri o fantasie irrazionali o i nostri timori.
Illustreremo con esempi concreti alcuni sogni paradigmatici che suggeriscono come realizzare le potenzialità presenti in ciascuno.
In sostanza, cercheremo di comprendere come il mondo dei sogni può orientare e anticipare la vita in quella che chiamo “Era del Caos”.
N.B.: I miei Seminari sono sempre “inattuali”, nel senso in cui lo intendeva Nietzsche: fuori dal solco dell’ovvietà, per farci largo tra i rumori che frastornano, allo scopo di rintracciare le forze sane, generative e creative della civiltà contemporanea per un loro uso proficuo e per non rischiare di diventare androidi, cioè automi eterodiretti da forze disturbate e distruttive che non hanno a cuore l’essere umano.
Last but not least, i miei Seminari reputano vitale una possibilità che sta scomparendo anche per effetto della digitalizzazione: l’interazione in presenza in un clima confidenziale autentico. Questa è una delle ragioni per cui i posti sono limitati.
GIANLUCA MAGI
Filosofo, psicoanalista, storico delle idee e delle religioni.
È stato docente all’Università di Urbino di materie legate alle filosofie, psicologie e religioni tra Oriente e Occidente.
Ha fondato a Pesaro, con Franco Battiato, Incognita, laboratorio transdisciplinare. È direttore scientifico, con Grazia Marchianò (†2024) – responsabile del Fondo Scritti di Elémire Zolla -, di AC Mind Seminars.
Autore di diversi best-seller (alcuni tradotti in 33 Paesi), ha esteso le voci di filosofia indiana per l’Enciclopedia Filosofica della Fondazione Centro Studi Filosofici di Gallarate, che copre tutto l’ambito del sapere filosofico attuale (Bompiani, 12 voll.)
◉ TERAMO 26 OTTOBRE
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◉ LECCO 2 NOVEMBRE
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◉ PESARO 16 NOVEMBRE
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Qualsiasi cosa combattiamo nel mondo esterno è anche una battaglia interiore.
Infatti, dobbiamo finalmente ammettere che l'umanità non è solo un accumulo di individui completamente diversi l'uno dall'altro, ma possiede un così alto grado di collettività psicologica che al confronto l'individuo appare solo come una piccola variante.
Come possiamo giudicare equamente questa faccenda se non ammettiamo che è anche un nostro problema?
Chiunque sia in grado di ammetterlo cercherà prima di tutto la soluzione in se stesso, e questo è il modo in cui iniziano tutte le grandi soluzioni.
Carl Gustav Jung, Opere Vol. 18 "La vita simbolica"