sabato 27 luglio 2024

 EMOZIONI DISTURBANTI, RADICE DELLA SOFFERENZA.


Anche Siddhartha cercava di stroncare la sofferenza sul nascere. Ma non ha trovato soluzioni come avviare una rivoluzione politica, migrare su un altro pianeta o creare una nuova economia mondiale. Non pensava nemmeno di creare una religione o di elaborare codici di condotta che portassero pace e armonia. Esplorò la sofferenza con una mente aperta e, attraverso la sua instancabile contemplazione, Siddhartha scoprì che, nel profondo, sono le nostre emozioni che portano alla sofferenza. In effetti, soffrono.

 In un modo o nell'altro, direttamente o indirettamente, tutte le emozioni nascono dall'egoismo, nel senso che implicano l'attaccamento a sé stessi. Inoltre, ha scoperto che, per quanto reali possano sembrare, le emozioni non sono parte integrante del nostro essere. Non sono innati, né sono una sorta di maledizione o impianto che qualcuno o qualche dio ci ha imposto.

 Le emozioni sorgono quando determinate cause e condizioni si uniscono, ad esempio quando sei pronto a credere che qualcuno ti stia criticando, ignorando o privandoti di determinati benefici. Quindi compaiono le emozioni corrispondenti. Nel momento in cui accettiamo quelle emozioni, nel momento in cui ci crediamo, abbiamo perso la nostra coscienza, la nostra mente. "Stiamo diventando nervosi."

 Così Siddhartha trovò la sua soluzione: l'attenzione consapevole. Se vogliamo seriamente eliminare la sofferenza, dobbiamo coltivare un’attenzione consapevole, prenderci cura delle nostre emozioni e imparare a evitare di arrabbiarci. Se esaminiamo le emozioni come fece Siddhartha, se proviamo a identificare la loro origine, scopriremo che affondano le loro radici in un malinteso e sono quindi fondamentalmente sbagliate.

 Tutte le emozioni sono fondamentalmente una forma di pregiudizio; In ogni emozione c'è sempre un elemento di giudizio.

 

Dzongsar Khyentse Rinpoche


venerdì 26 luglio 2024

 "La mente non accetta il silenzio e quindi proietta. Però, man mano che cominciamo a rispettare le pause, a comprendere che tra un pensiero e un altro c'è una pausa, che tra una parola e l’altra c'è una pausa, allora lì qualcosa fiorisce. E’ come entrare in contatto con un’identità suprema sempre in boccio, una primavera permanente che ti attraversa e che allo stesso tempo sgorga dal tuo cuore. E quando uno tocca queste profondità, o altezza delle altezze, ogni dubbio viene a risolversi perché non c’è più un io che pone domande ne un io che risponde. Ecco, quella è la tua vera natura ed è come il fuoco: l’apparenza scompare e appare l’essenza.


Swami Atmananda

giovedì 25 luglio 2024

È la mente che ti dice che la mente c'è.

Non farti ingannare.

Tutte le infinite argomenti sulla mente sono prodotte dalla mente stessa, per la propria protezione, continuazione ed espansione."


Nisargadatta

mercoledì 24 luglio 2024

 "Vivi con quelli che possono renderti migliore e che tu puoi rendere migliori. C’è un vantaggio reciproco, perché gli esseri umani, mentre insegnano, imparano."


Seneca

martedì 23 luglio 2024

 Finché sei un principiante, certe meditazioni formalizzate o talune preghiere possono giovarti. 

Ma per chi cerca la realtà c'è una sola meditazione: il rifiuto rigoroso di alimentare pensieri. Essere liberi dai pensieri è in sé meditazione.

Cominci col lasciare fluire i pensieri, osservandoli. La semplice osservazione rallenta la mente fino a che si ferma del tutto. 

Una volta che la mente è quieta, mantienila tale. 

Non ti annoiare con la pace, immergiti in essa, approfondiscila.


Nisargadatta Maharaj 

lunedì 22 luglio 2024

Essere consapevoli del suono della campana non significa che quella campana ti appartenga.

In egual modo essere consapevoli dei pensieri non significa che i pensieri ti appartengano.


Wu Hsin 

domenica 21 luglio 2024

 ‘La mente e i sentimenti sono esterni ma tu li scambi per qualcosa di intimo, credi che il mondo sia oggettivo mentre è solo una proiezione della tua psiche, è questa la confusione.’

‘Osserva i pensieri nello stesso modo in cui osservi il traffico per la strada; la gente va e viene e tu ne prendi atto senza reagire. All’inizio può non essere facile ma con la pratica ti accorgerai che la mente può funzionare contemporaneamente su molti livelli e che tu puoi essere consapevole di ognuno di essi. È solo quando hai un preciso interesse per un particolare livello che la tua attenzione vi rimane intrappolata e non nota più gli altri e, anche in quel caso, i livelli che non vengono notati continuano ad agire al di sotto della soglia di coscienza.’


Io sono quello.

Nisargadatta Maharaj