Niente ci invischia di più in mali peggiori che l'adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l'esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente.
Seneca
Quando parli in pubblico tutti vogliono la stessa cosa: attenzione.
E tutti hanno lo stesso nemico: la paura di non averla.
Il paradosso è che più temi di perderla, più la perdi.
Perché la paura ti fa chiudere, e quando ti chiudi… non dai niente.
E se non dai, non ricevi.
In inglese si dice to pay attention: pagare attenzione.
Chi ascolta paga. Ma solo se sente che tu hai avuto il coraggio di pagare per primo: con la tua presenza, la tua intenzione, persino con le tue imperfezioni.
È questo il vero segreto del parlare in pubblico.
https://www.iltemporitrovato.org/corsi/comunicazione/arte-parlare-pubblico/corso-arte-parlare-pubblico-lecco/
"Meditazione significa essere consapevoli di ogni pensiero e di ogni emozione, senza mai dire se è giusto o sbagliato, ma semplicemente osservarli e muoversi con essi. In questa osservazione, si inizia a comprendere l'intero movimento del pensiero e dell'emozione. E da questa consapevolezza nasce il silenzio."
J. Krishnamurti
L'UCCELLO E L'UOVO
Storia sufi
C'era una volta un uccello che non poteva volare.
Come un pollo, si spostava qua e là a piccoli passi, senza ignorare, naturalmente, che alcuni uccelli volavano.
Il caso volle che, per uno strano concorso di circostanze, il nostro uccello dovesse covare l'uovo di un uccello che volava.
Al momento opportuno, in possesso della latente capacità di volare che aveva sempre avuto fin dall'inizio della sua esistenza nell'uovo, l'uccellino usci dal guscio.
Un giorno chiese alla madre adottiva: "Quando volerò?".
"Persisti nei tuoi tentativi di volare, come fanno gli altri", rispose l'uccello che non poteva volare. Sarebbe stato incapace di dargli lezioni di volo, e non sapeva neanche come spingerlo fuori dal nido per dargli l'opportunità di imparare.
È strano, in un certo senso, che l'uccellino non si rendesse conto di ciò.
La sua valutazione della situazione era falsata dal senso di gratitudine che provava nei confronti dell'uccello che lo aveva covato.
"Senza il suo aiuto", si diceva, "oggi sarei sicuramente ancora dentro l'uovo".
Talvolta si diceva anche: "Chi ha saputo farmi nascere saprà sicuramente insegnarmi a volare.
Sarà indubbiamente questione di tempo, oppure dipenderà dai miei soli sforzi o da qualche saggezza superiore ... Sì, è così! Un giorno sarò improvvisamente trasportato allo stadio successivo da colui che mi ha portato fin qui".