giovedì 18 settembre 2025

 Affrontare la rabbia


Quando siamo arrabbiati per qualcosa, la maggior parte di noi ci pensa febbrilmente; di notte non riusciamo a dormire, né a trovare alcuna serenità mentale. Ci sono vari modi per affrontare questa situazione.


Il primo è entrare in contatto con il modo in cui percepiamo la rabbia nel corpo. Di solito non prestiamo attenzione allo spasimo fisico che la rabbia causa. Sensibilizzarci al dolore può motivarci a lavorare con più impegno contro l’aggressività.


Un’altra istruzione che ho trovato utile è quella di entrare in contatto col proprio luogo tenero. Al di sotto della rabbia c’è un’enorme tenerezza, che molti di noi rapidamente ricoprono con la durezza dell’ira. Imparare a toccare quella vulnerabilità non è facile, ma può trattenervi dall’esplodere e distruggere tutto quello che vi sta intorno.


 Pema Chödrön

mercoledì 17 settembre 2025

 I pensieri nella tua testa non sono poi così diversi dal canto di un uccello all'aperto. È solo che sei tu a decidere se sono più o meno rilevanti. 


Adyashanti

martedì 16 settembre 2025

 Lo zazen non consiste nel fermare i pensieri, ma nel lasciarli passare, come nuvole che vagano nel cielo aperto.


Shunryu Suzuki

lunedì 15 settembre 2025

 Nessun pensiero ha potere. Tu hai potere. E quando ti identifichi e credi in un pensiero, gli dai potere. 

Mooji

domenica 14 settembre 2025

 Una volta, un maharajah che aveva fama di essere molto saggio compì cent'anni. L'evento venne accolto con grande gioia, perché tutti volevano bene a chi li governava. Per l'occasione si organizzò una grande festa a palazzo e vennero invitati i più potenti signori del regno e di altri paesi.


Giunse il giorno dei festeggiamenti e una montagna di regali troneggiava nell'entrata del salone dove il maharajah avrebbe salutato gli invitati.


Durante la cena, il maharajah chiese ai servitori di dividere i regali in due gruppi: quelli che avevano il mittente e quelli che non si sapeva chi li avesse mandati.


Al dessert, il re mandò a prendere i due mucchi di regali. Uno era composto da centinaia di grandi e costosi regali, mentre l'altro era più piccolo, non più di una decina di omaggi.


Il maharajah iniziò ad aprire i regali del primo mucchio chiamando uno per uno tutti coloro che li avevano mandati. E uno per uno li faceva salire sul trono e diceva: «Ti ringrazio per il tuo regalo, te lo restituisco e siamo amici come prima». E gli restituiva il regalo, qualunque esso fosse.


Quando ebbe finito con il primo mucchio, si avvicinò alla seconda montagnola di regali e disse: «Questi regali non hanno il mittente. E questi intendo accettarli perché non mi obbligano a fare nulla e, alla mia età, non è bene contrarre debiti».


Jorge Bucay 

Lascia che ti racconti 

sabato 13 settembre 2025

 IL MONACO E LA IENA  

Storia zen


Un monaco buddista durante la sua passeggiata giornaliera dedicata alla meditazione, incrociò una iena che stava cercando di sfuggire a dei cacciatori che la inseguivano. Questi lo pregò di salvargli la vita e il monaco velocemente la infilò nel suo sacco, pregandola di stare ferma ed in silenzio. Di lì a poco passarono i cacciatori i quali domandarono al monaco se avesse visto una iena che scappava da quelle parti.

Il monaco negò fermamente finché i cacciatori se ne andarono via indispettiti.

Allora il monaco fece uscire la iena dal sacco augurandogli un buon viaggio. Ma questa, affermò che poiché aveva fame e lui era un monaco buddista che amava ogni animale questi doveva lasciarsi mangiare. Si misero a discutere, poiché il monaco riteneva che avendogli salvato la vita lui aveva già dimostrato il suo amore per gli animali e la iena doveva risparmiarlo. Continuarono ancora per un po' a discutere finché il monaco propose che si sarebbe rimesso al giudizio di altri, che sentite le opposte ragioni alla fine avesse indicato il modo corretto di risolvere la cosa. Poco dopo passò di lì un abitante del paese vicino. Spiegatagli la cosa, sentite le ragioni di entrambi questi sentenziò che la iena aveva ragione. Ma il monaco non era del tutto convinto. Propose quindi alla iena che se il primo che avessero incrociato avesse confermato il giudizio, allora non avrebbe fatto più resistenza e si sarebbe lasciato mangiare. Il primo passante fu un discepolo del Tao, il quale ascoltò molto attentamente le ragioni di entrambi, poi disse alla iena che però per capire meglio aveva bisogno che si ripristinasse la situazione iniziale e che la iena si facesse rimettere un momento nel sacco dopo di ché avrebbe espresso il suo parere. La iena si lasciò docilmente rimettere nel sacco, dopo di che il taoista legò questo ben bene e preso in disparte il monaco gli chiese: “Ma che razza di amore può essere mai quello che richiede il sacrificio di chi ama?”. Prese quindi un grosso bastone e ne diede uno uguale al monaco ed insieme incominciarono a battere il sacco finché non uccisero la iena.

venerdì 12 settembre 2025

giovedì 11 settembre 2025

 Ci aggrappiamo al nostro punto di vista, come se tutto dipendesse da questo. Eppure le nostre opinioni non hanno permanenza, come l'autunno e l'inverno a poco a poco cambieranno e passeranno.

Zhuangzi

martedì 9 settembre 2025

 L'ORO E IL DITO da LA TAZZA E IL BASTONE - STORIE ZEN


I Koan: sono un problema che, nello Zen Sola, il maestro assegna ai discepoli e la cui soluzione non può esser trovata intellettualmente, bensì intuitivamente. 


Nell'antica Cina viveva, nei recessi di un monte, un eremita, Senrin, che possedeva doti magiche. 

Un giorno, gli fece visita un vecchio amico. Senrin, felice di accoglierlo, gli offrì la cena e un riparo per la notte. 

L'indomani, prima che partisse, volle offrirgli un dono. Prese una pietra e, sfiorandola con un dito, la trasformò in oro puro. Ma vedendo che l'amico non era ancora soddisfatto, Senrin alzò la mano verso un'enorme roccia, che divenne anch'essa d'oro. Ma neppure allora l'amico sorrise. 

«Che desideri dunque?» domandò Senrin. 

L'amico gli rispose: «E il tuo dito che voglio».