venerdì 19 ottobre 2012

LA CRISI E IL PUNTO DI SVOLTA

L'analisi di Sorokin suggerisce in modo molto persuasivo che la crisi cui ci troviamo di fronte oggi non sia una crisi comune ma una delle grandi fasi di transizione, quali si sono già verificate in cicli precedenti della storia umana.



Queste profonde trasformazioni culturali non hanno luogo molto spesso.
Secondo Lewis Mumford, potrebbero essercene state meno di mezza dozzina nell'intera storia della civiltà occidentale, fra cui l'ascesa della civiltà con l'invenzione dell'agricoltura... l'avvento del cristianesimo alla caduta dell'impero romano e la transizione dal Medioevo all'Epoca scientifica.
La trasformazione che noi stiamo sperimentando oggi potrebbe essere assai più vistosa di tutte le altre che l'hanno preceduta perché il ritmo del mutamento al nostro tempo è più rapido di quanto non sia mai stato prima d'ora, perché i mutamenti sono molto più estesi, coinvolgendo il globo intero, e perché varie transizioni importanti stanno oggi coincidendo.
Le ricorrenze ritmiche e i modelli di ascesa e decadenza che sembrano dominare l'evoluzione culturale umana hanno in qualche modo cospirato a raggiungere i loro punti di inversione nello stesso tempo...
La crisi presente, perciò non è solo una crisi di individui, di governi o di istituzioni sociali, ma è una transizione di dimensioni planetarie. Come individui, come società, come civiltà e come ecosistema planetario, stiamo raggiungendo il punto di svolta.

Trasformazioni culturali di questa grandezza e profondità non possono essere impedite.
Non ci si dovrebbe opporre ad esse, ma, al contrario, le si dovrebbe accogliere di buon grado come l'unica possibilità di sottrarsi all'angoscia, al collasso a alla mummificazione.
Ciò di cui abbiamo bisogno, per prepararci alla grande transizione nella quale stiamo per entrare, è un profondo riesame dei principali presupposti e valori della nostra cultura, un rifiuto di quei modelli concettuali che sono sopravvissuti alla loro utilità, e un nuovo riconoscimento di alcuni fra i valori che abbiamo abbandonato in periodi precedenti della nostra storia culturale.
Un mutamento così profondo nella mentalità della cultura occidentale dev'essere accompagnato naturalmente da una profonda modificazione della maggior parte dei rapporti sociali e delle forme di organizzazione sociale: da mutamenti che vadano molto oltre le misure superficiali di riaggiustamento economico e politico che vengano presi in considerazione dai capi politici di oggi.
Durante questa fase di rivalutazione e di rinascita culturale sarà importante ridurre al minimo indispensabile i disagi, la discordia e la disgregazione che si accompagnano inevitabilmente a periodi di grande mutamento sociale, e rendere la transizione quanto più possibile indolore.
Sarà perciò di importanza cruciale non limitarsi ad attaccare particolari gruppi sociali o istituzioni, ma mostrare come i loro atteggiamenti e il loro comportamento riflettano un sistema di valori che è alla base dell'intera nostra cultura e che oggi è superato.
Sarà necessario riconoscere e rendere quanto più possibile pubblico il fatto che i nostri attuali mutamenti sociali sono solo manifestazioni di una trasformazione culturale molto più ampia e inevitabile. Solo allora saremo in grado di avvicinarci al tipo di transizione culturale armoniosa e pacifica, descritta in uno fra i libri sapienziali più antichi dell'umanità, l'opera cinese I Ching  o Libro dei mutamenti:

Dopo un tempo di declino viene il punto di svolta.
La luce intensa che era stata scacciata ritorna.
C'è movimento, ma non è determinato per violenza...
Il movimento è naturale, sorge spontaneamente.
Perciò la trasformazione di ciò che è invecchiato diventa più facile.
Il vecchio viene rifiutato e ad esso subentra il nuovo.
Entrambe le misure sono in accordo col tempo; perciò non ne risulta alcun danno.

I Ching


(Liberamente tratto da IL PUNTO DI SVOLTA di Fritjof Capra)