sabato 10 novembre 2012

L'IPNOSI E LA TRANCE QUOTIDIANA


Milton Erickson

l'ipnosi e la trance di tutti i giorni




Milton Erickson psichiatra americano morto nel 1980 a 79 anni, è stato definito il maggior esperto di ipnosi di tutti i tempi, egli ha rinnovato completamente l’uso dell’ipnosi in psicoterapia, usando una sua personale metodica che faceva ricorso ad una varietà di tecniche sorprendenti e nuove.
L’ipnoterapia oggi viene usata con buoni risultati, nel trattamento delle diverse forme di dolore somatico, dell’abitudine al fumo,
dell’obesità e in psichiatria nel trattamento delle nevrosi.

Prima di Erickson l’ipnosi aveva il carattere di un rito un po’ inquietante nel quale l’ipnotista, dotato di poteri misteriosi riduceva il soggetto alla sua volontà, inducendo pensieri e comportamenti, Erickson ha ridato all’ipnosi le caratteristiche di un fenomeno del tutto naturale nel quale l’ipnotista non impone nulla dall’esterno ma si limita ad assecondare la volontà del soggetto, aiutandolo ad esprimere le sue potenzialità.

La stessa condizione di trance è ottenuta agevolando uno stato naturale comune a tutti noi, Erickson ha notato come durate la vita quotidiana, quella che lui ha chiamato “la trance di tutti i giorni”

Noi andiamo spontaneamente e naturalmente in ipnosi diverse volte, questo ci serve per risparmiare energia psichica in qualche modo, per poter dedicare la nostra attenzione alle cose che più ci occorrono, quindi può bastare una semplice conversazione, intrattenendo in un discorso un ascoltatore e questo può dar luogo a dei fenomeni piuttosto evidenti, in quanto si può vedere che gli occhi si chiudono con maggiore frequenza oppure non si chiudono affatto, così come dovrebbero fare, durante uno stato di veglia, l’espressione del viso si modifica, il rilasciamento muscolare appare diffuso a tutte le parti del corpo, l’attenzione del soggetto viene alterata, così pure le percezione fisiche.

Una volta si credeva che soltanto alcune persone fossero ipnotizzabili, questo è un concetto che deriva dall’ipnosi classica, secondo la quale, soltanto alcuni soggetti dotati di personalità deboli e quindi suggestionabili sarebbero stati capaci di andare incontro all’ipnosi, ma questo è un concetto ampiamente superato, si è visto al contrario che le persone che vanno in ipnosi meglio, sono quelle che hanno una maggiore capacità di astrazione, quindi capacità di concettualizzare meglio, l’ipnotista può sfruttare l’ipnosi soltanto se il soggetto glielo consente e può ottenere risultati solo se questi sono convinti per la persona che è sotto ipnosi, altrimenti il soggetto può opporre il suo diniego in qualsiasi momento e quindi rifiutare e rifiutarsi, quindi l’ipnostista che desiderasse raggiungere fini personali ne resterebbe ovviamente deluso.

 Tornando a quella che Erickson chiama la comune trance quotidiana, possiamo definirla quella situazione in cui diminuisce la nostra capacità di controllo, la nostra tendenza al controllo della nostra attività psichica, questa diminuzione di controllo viene ottenuta dal ipnotista, ma viene ottenuta in miliardi di altre situazioni, da tante persone che hanno interesse a farci perdere qualche piccola fetta di controllo, per esempio è ciò che viene ottenuto da linguaggio pubblicitario, viene ottenuta nelle riunioni o nelle situazioni dove ci sono persone abili a governare la situazione.

Per dare un’idea di questo semplice meccanismo usato in ipnosi, è utile raccontare un aneddoto relativo sempre ad Erickson, per spiegare secondo lui che cosa è questa trance di tutti i giorni, Erickson racconta l’episodio di lui che cammina al angolo di una strada, e di un signore che viene dalla parte opposta di corsa, il signore urta Erickson e cade, si gira furioso verso Erickson il quale con aria innocente e pronta gli chiede: mi scusi sa che ora è per favore?  Questa domanda così inattesa, rispetto alla situazione getta l’altra persona in uno stato di assoluta confusione, questa confusione questo disorientamento è la trance quotidiana, la trance indotta da una risposta inaspettata viene approfondita, attraverso movimenti successivi sempre inaspettati dal soggetto in trance.

Tuttavia il lavoro di Erickson in ambito terapeutico, ha saputo dimostrare che lo scopo dell’ipnosi non è manipolatorio, ma generativo, ovvero creare condizioni dentro le quali il soggetto ipnotico ha la possibilità di manifestare le proprie potenzialità, attingendo dal proprio personale repertorio di risorse.
Questa credo che sia una risposta importante a tutti quelli che pensano che quando si ipnotizza una persona, si esercita semplicemente il proprio potere.