Milton Erickson
l'ipnosi e la trance di tutti i giorni
Milton Erickson psichiatra americano morto nel 1980 a 79
anni, è stato definito il maggior esperto di ipnosi di tutti i tempi, egli ha
rinnovato completamente l’uso dell’ipnosi in psicoterapia, usando una sua
personale metodica che faceva ricorso ad una varietà di tecniche sorprendenti e
nuove.
L’ipnoterapia oggi viene usata con buoni risultati, nel
trattamento delle diverse forme di dolore somatico, dell’abitudine al fumo,
dell’obesità e in psichiatria nel trattamento delle nevrosi.
dell’obesità e in psichiatria nel trattamento delle nevrosi.
Prima di Erickson l’ipnosi aveva il carattere di un rito un
po’ inquietante nel quale l’ipnotista, dotato di poteri misteriosi riduceva il
soggetto alla sua volontà, inducendo pensieri e comportamenti, Erickson ha
ridato all’ipnosi le caratteristiche di un fenomeno del tutto naturale nel
quale l’ipnotista non impone nulla dall’esterno ma si limita ad assecondare la
volontà del soggetto, aiutandolo ad esprimere le sue potenzialità.
La stessa condizione di trance è ottenuta agevolando uno
stato naturale comune a tutti noi, Erickson ha notato come durate la vita
quotidiana, quella che lui ha chiamato “la trance di tutti i giorni”
Noi andiamo spontaneamente e naturalmente in ipnosi diverse
volte, questo ci serve per risparmiare energia psichica in qualche modo, per
poter dedicare la nostra attenzione alle cose che più ci occorrono, quindi può
bastare una semplice conversazione, intrattenendo in un discorso un ascoltatore
e questo può dar luogo a dei fenomeni piuttosto evidenti, in quanto si può
vedere che gli occhi si chiudono con maggiore frequenza oppure non si chiudono
affatto, così come dovrebbero fare, durante uno stato di veglia, l’espressione
del viso si modifica, il rilasciamento muscolare appare diffuso a tutte le
parti del corpo, l’attenzione del soggetto viene alterata, così pure le
percezione fisiche.
Una volta si credeva che soltanto alcune persone fossero
ipnotizzabili, questo è un concetto che deriva dall’ipnosi classica, secondo la
quale, soltanto alcuni soggetti dotati di personalità deboli e quindi
suggestionabili sarebbero stati capaci di andare incontro all’ipnosi, ma questo
è un concetto ampiamente superato, si è visto al contrario che le persone che
vanno in ipnosi meglio, sono quelle che hanno una maggiore capacità di
astrazione, quindi capacità di concettualizzare meglio, l’ipnotista può
sfruttare l’ipnosi soltanto se il soggetto glielo consente e può ottenere risultati
solo se questi sono convinti per la persona che è sotto ipnosi, altrimenti il
soggetto può opporre il suo diniego in qualsiasi momento e quindi rifiutare e
rifiutarsi, quindi l’ipnostista che desiderasse raggiungere fini personali ne
resterebbe ovviamente deluso.
Tornando a quella
che Erickson chiama la comune trance quotidiana, possiamo definirla quella
situazione in cui diminuisce la nostra capacità di controllo, la nostra
tendenza al controllo della nostra attività psichica, questa diminuzione di
controllo viene ottenuta dal ipnotista, ma viene ottenuta in miliardi di
altre situazioni, da tante persone che hanno interesse a farci perdere qualche
piccola fetta di controllo, per esempio è ciò che viene ottenuto da linguaggio
pubblicitario, viene ottenuta nelle riunioni o nelle situazioni dove ci sono
persone abili a governare la situazione.
Per dare un’idea di questo semplice meccanismo usato in
ipnosi, è utile raccontare un aneddoto relativo sempre ad Erickson, per
spiegare secondo lui che cosa è questa trance di tutti i giorni, Erickson
racconta l’episodio di lui che cammina al angolo di una strada, e di un
signore che viene dalla parte opposta di corsa, il signore urta Erickson e
cade, si gira furioso verso Erickson il quale con aria innocente e pronta gli
chiede: mi scusi sa che ora è per favore?
Questa domanda così inattesa, rispetto alla situazione getta l’altra
persona in uno stato di assoluta confusione, questa confusione questo
disorientamento è la trance quotidiana, la trance indotta da una risposta
inaspettata viene approfondita, attraverso movimenti successivi sempre
inaspettati dal soggetto in trance.
Tuttavia il lavoro di Erickson in ambito terapeutico, ha
saputo dimostrare che lo scopo dell’ipnosi non è manipolatorio, ma generativo,
ovvero creare condizioni dentro le quali il soggetto ipnotico ha la possibilità
di manifestare le proprie potenzialità, attingendo dal proprio personale
repertorio di risorse.
Questa credo che sia una risposta importante a tutti quelli che pensano
che quando si ipnotizza una persona, si esercita semplicemente il proprio
potere.