Metodo dell’Abate Faria: una delle tecniche più autoritarie è quella che fu utilizzata per la prima volta dall’abate Faria. In modo semplice ma impressionante, il religioso si limitava a ordinare imperiosamente al soggetto di prestargli un’attenzione totale, dopodiché lo induceva in trance ipnotica. Si tratta né più né meno che di un’aperta dimostrazione di superiorità. Giocare tutto su una sola carta significa però esporsi facilmente al completo fallimento. E infatti questo era ciò che succedeva spesso all’abate Faria;
Metodo di Estabrook: l’ipnotizzatore appoggia le mani sul cranio del soggetto e nel momento in cui allenta la pressione, gli ordina di addormentarsi. Non è un metodo molto raccomandabile;
Metodo di Withlow: uno dei più brutali, giustificato degli esperti unicamente nei casi di massima urgenza. L’ipnotizzatore immobilizza la testa del soggetto con la mano sinistra. Con l’indice e il pollice della mano destra opprime le due arterie della carotide per quindici secondi, mentre gli dice che si addormenterà rapidamente. La controindicazione maggiore di questo metodo consiste nel fatto che, se questa pressione che interrompe l’afflusso sanguigno al cervello viene mantenuta per un tempo maggiore, il sonno ipnotico può trasformarsi in eterno. Questo metodo è assolutamente proibito ai principianti;
Tecnica di Fleischer: tra i metodi più sbrigativi, il meno brutale ed il più elaborato. Il metodo somiglia vagamente alla “prova del dondolio”. Il soggetto e l’ipnotizzatore si trovano in piedi uno di fronte all’altro. L’ipnotizzatore chiede al soggetto di chiudere gli occhi e di unire i piedi. La sua mano destra prende la mano destra del soggetto, come se si stessero stringendo la mano. In seguito l’ipnotizzatore alza la mano destra del soggetto all’altezza delle spalle, mentre con la mano sinistra stinge il gomito destro del soggetto, in modo che il braccio rimanga rigido. “Ora noterà che sta oscillando all’indietro: lei sta cadendo…” Benché nella maggioranza delle sedute il soggetto cada realmente - almeno nel 90% dei casi - l’ipnotizzatore lo spinge lievemente. Quando la persona oscilla al punto di cadere veramente, l’ipnotizzatore lo spinge allora in avanti mentre gli ordina perentoriamente: “Ora dormi profondamente, dormi!”. In seguito il soggetto verrà suggestionato dicendogli che gli mancheranno le forze che gli stanno cedendo le gambe. A questo punto è necessario disporre rapidamente di una sedia, affinché l’ipnotizzato vi si accomodi. A partire da questo momento e possibile operare per approfondire la trance ipnotica;
Test della moneta: quello delle mani “legate” o quello degli occhi chiusi possono impressionare immediatamente il soggetto a convincerlo del “potere dell’ipnotizzatore”. E questo costituisce un momento eccellente per indurlo al sonno ipnotico;
Tecnica della “visione del dito”, una tecnica “rapida”, nella quale l’ipnotizzatore pone il dito indice sulla parte superiore della testa del soggetto, dicendogli che il suo cranio diventerà trasparente, e gli permetterà di vedere il dito dell’ipnotizzatore. Gli si chiede di fissare la vista su quella zona, cercando di distinguere il dito. Se si capisce che il soggetto, pur a occhi chiusi, fissa lo sguardo verso il punto indicato, è molto probabile che la trance ipnotica si produca quasi immediatamente. Non si conosce la causa reale per cui questo avvenga, ma sappiamo che i praticanti dello yoga utilizzano spesso questa tecnica per ottenere un più rapido isolamento dall’ambiente esterno;
Tecnica dello “sguardo fisso”, uno dei metodi meno utilizzati dai terapeuti professionisti, forse a causa dell’eccessiva letteratura che verte sull’argomento. Si tratta di uno dei sistemi più autoritari, sebbene non preveda in realtà alcun contatto fisico.
In tutto il regno animale - e l’uomo non costituisce un’eccezione - lo sguardo fisso viene universalmente - considerato un gesto di minaccia e di superiorità, e gli individui subordinati sviano sempre lo sguardo per fuggire a questa minaccia. Se si chiede a una persona di sostenere questo sguardo, la si forza a riconoscere definitivamente la superiorità dell’ipnotizzatore. Mentre si mantiene lo sguardo fisso (sulle palpebre, e non sulle pupille) si dice al soggetto che le sue palpebre diventeranno sempre più pesanti, al punto di non riuscire a tenere gli occhi aperti. Le gambe, le braccia e tutto il corpo si faranno pesanti, e il soggetto cadrà in un sonno più o meno profondo. Egli non potrà resistere agli ordini, non potrà evitare ciò che succede e continuerà a dormire.
Alcuni specialisti sostengono che la tecnica dello sguardo fisso è talmente efficace che può di per sé provocare l’ipnosi, senza il ricorso ad alcuna suggestione di tipo verbale, ma annunciando semplicemente al soggetto che, nel momento in cui l’ipnotizzatore lo guarderà, si addormenterà senza poter far nulla per evitarlo. La maggior parte delle persone è ammaliata dal potere dello sguardo, di questo fascino irresistibile che alcuni individui possono esercitare su altri, proprio come i serpenti ipnotizzano i piccoli animaletti da preda. Ecco il motivo per cui, se un ipnotizzatore possiede uno sguardo acuto e penetrante, l’esito della suggestione è assicurato nell’80% dei casi. Il soggetto entrerà in una trance ipnotica, perché questo è l’obbiettivo. È curioso notare come questo metodo sia stato reso popolare già nel 1844 da un razionalista come Bernheim, che non credeva agli effetti esoterici della magnetizzazione, ma unicamente nel potere della suggestione. Con il passare del tempo questo metodo ha contribuito a diffondere la convinzione che l’ipnotizzatore eserciti sul soggetto poteri magici. Ma attenzione, perché la letteratura specializzata ci informa di alcuni casi in cui la tecnica dello sguardo fisso, utilizzata da persone inesperte, finì per ipnotizzare l’operatore, mentre il soggetto rimaneva impassibile!
In tutto il regno animale - e l’uomo non costituisce un’eccezione - lo sguardo fisso viene universalmente - considerato un gesto di minaccia e di superiorità, e gli individui subordinati sviano sempre lo sguardo per fuggire a questa minaccia. Se si chiede a una persona di sostenere questo sguardo, la si forza a riconoscere definitivamente la superiorità dell’ipnotizzatore. Mentre si mantiene lo sguardo fisso (sulle palpebre, e non sulle pupille) si dice al soggetto che le sue palpebre diventeranno sempre più pesanti, al punto di non riuscire a tenere gli occhi aperti. Le gambe, le braccia e tutto il corpo si faranno pesanti, e il soggetto cadrà in un sonno più o meno profondo. Egli non potrà resistere agli ordini, non potrà evitare ciò che succede e continuerà a dormire.
Alcuni specialisti sostengono che la tecnica dello sguardo fisso è talmente efficace che può di per sé provocare l’ipnosi, senza il ricorso ad alcuna suggestione di tipo verbale, ma annunciando semplicemente al soggetto che, nel momento in cui l’ipnotizzatore lo guarderà, si addormenterà senza poter far nulla per evitarlo. La maggior parte delle persone è ammaliata dal potere dello sguardo, di questo fascino irresistibile che alcuni individui possono esercitare su altri, proprio come i serpenti ipnotizzano i piccoli animaletti da preda. Ecco il motivo per cui, se un ipnotizzatore possiede uno sguardo acuto e penetrante, l’esito della suggestione è assicurato nell’80% dei casi. Il soggetto entrerà in una trance ipnotica, perché questo è l’obbiettivo. È curioso notare come questo metodo sia stato reso popolare già nel 1844 da un razionalista come Bernheim, che non credeva agli effetti esoterici della magnetizzazione, ma unicamente nel potere della suggestione. Con il passare del tempo questo metodo ha contribuito a diffondere la convinzione che l’ipnotizzatore eserciti sul soggetto poteri magici. Ma attenzione, perché la letteratura specializzata ci informa di alcuni casi in cui la tecnica dello sguardo fisso, utilizzata da persone inesperte, finì per ipnotizzare l’operatore, mentre il soggetto rimaneva impassibile!
Metodo di Erickson, o sistema della lievitazione della mano destra, prende il nome da questo studioso che rese popolare la tecnica tra i dentisti nordamericani.
La finalità è quella di far immaginare al soggetto che la sua mano cominci a sentire bruciore o prurito e che, a partire da un momento determinato, si alzi da sola, come se la volontà dell’individuo non intervenisse assolutamente. La tecnica ipnotica presenta una sola variazione. Se il braccio del soggetto incomincia ad alzarsi, la suggestione verbale gli farà credere che, quanto più si alza il braccio, tanto più profondamente si addormenterà;
La finalità è quella di far immaginare al soggetto che la sua mano cominci a sentire bruciore o prurito e che, a partire da un momento determinato, si alzi da sola, come se la volontà dell’individuo non intervenisse assolutamente. La tecnica ipnotica presenta una sola variazione. Se il braccio del soggetto incomincia ad alzarsi, la suggestione verbale gli farà credere che, quanto più si alza il braccio, tanto più profondamente si addormenterà;
Metodo di Braid, fu appunto creato dallo studioso britannico. Consiste semplicemente nel far fissare lo sguardo del soggetto su un punto brillante situato a non più di 25 centimetri dai suoi occhi. Va notato che, nei soggetti molto impressionabili, questo semplice sguardo può da solo provocare la trance, ma se così non fosse, si utilizza, come complemento, la solita suggestione verbale di pesantezza delle palpebre, occhi che si chiudono, rilassamento totale e sensazione di cadere in un sonno sempre più profondo. Sono state sperimentate alcune varianti a questo metodo: l’oggetto da fissare può essere uno specchio, la fiamma di una candela o, più spesso - come abbiamo avuto modo di vedere al cinema - il movimento di un piccolo pendolo che oscilla davanti agli occhi del soggetto. In questo caso, evidentemente, bisogna chiedergli di seguire con lo sguardo il movimento del pendolo senza smettere di fissarlo per un solo istante.
Un’altra variante è costituita dall’utilizzo di diversi congegni meccanici: dischi girevoli, con disegni a spirale o a vari colori - come il famoso “iposcopio” - luci scintillanti, la cui frequenza di oscillazione coincida con quella delle onde cerebrali alfa, beta, gamma, o theta. Va detto però che nessuno di questi strumenti ha fatto registrare grossi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Altri strumenti utilizzabili in questa tecnica potrebbero essere alcuni apparati acustici, come ad esempio piccoli amplificatori che permettano al soggetto di sentire i battiti del proprio cuore o la propria respirazione, o altre incisioni magnetiche, con musiche rilassanti, suoni monotoni, come ad esempio il tempo scandito di un orologio o il ritmo di un metronomo;
Un’altra variante è costituita dall’utilizzo di diversi congegni meccanici: dischi girevoli, con disegni a spirale o a vari colori - come il famoso “iposcopio” - luci scintillanti, la cui frequenza di oscillazione coincida con quella delle onde cerebrali alfa, beta, gamma, o theta. Va detto però che nessuno di questi strumenti ha fatto registrare grossi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali. Altri strumenti utilizzabili in questa tecnica potrebbero essere alcuni apparati acustici, come ad esempio piccoli amplificatori che permettano al soggetto di sentire i battiti del proprio cuore o la propria respirazione, o altre incisioni magnetiche, con musiche rilassanti, suoni monotoni, come ad esempio il tempo scandito di un orologio o il ritmo di un metronomo;
Tecnica di tensione e rilassamento, nella quale il soggetto è seduto e l’ipnotizzatore gli chiede di appoggiare i piedi al suolo, le mani sui lati della sedia e di tendere tutto il corpo. Quando lo sforzo dovuto alla tensione diventa evidente, l’ipnotizzatore gli chiederà bruscamente di rilassarsi. Se questo processo viene ripetuto alcune volte, a partire da un determinato momento, il soggetto inizierà a mostrare rigidità catalettica nelle membra: da quel punto in poi si potrà continuare il processo di suggestione secondo gli schemi abituali;
Tecnica dell’iperventilazione, nella quale si porta il soggetto una respirazione profonda e rapida. L’iperventilazione conseguente, produce una sensazione di vertigini e nausea, che l’individuo attribuirà all’ipnosi e non alle logiche conseguenze fisiologiche della respirazione. Anche questo metodo è riservato esclusivamente ai terapeuti professionisti, perché presenta il rischio di un possibile collasso per iperventilazione che, sebbene non sia realmente pericoloso, è preferibile evitare. In ogni caso, si tratta di una tecnica straordinariamente efficace, che porta quasi immediatamente alla trance ipnotica;
Tecnica della “confusione”: il processo inizia come una normale induzione ipnotica, con il soggetto in piedi, con gli occhi chiusi e i piedi uniti. L’ipnotizzatore lo prende per le spalle e gli fa effettuare alcuni giri su se stesso. Nello stesso tempo gli chiede di contare lentamente a ritroso da cento a uno. Mentre il soggetto obbedisce all’ordine, l’ipnotizzatore comincia la normale suggestione, al fine di farlo rilassare e quindi addormentare. Se il soggetto oppone resistenza, gli si comunica una serie di suggestioni contraddittorie: gli si dice che sentirà le membra rigide e rilassate, calde e fredde, pesanti e leggere, il tutto a una tal velocità da dargli appena il tempo di reagire. L’individuo cadrà rapidamente in trance per fuggire a questo tormento mentale. La prova che questo metodo permette di approfondire facilmente la trance ipnotica è data dal fatto che l’individuo molto suggestionabile comincia a confondersi mentre conta al contrario. Sembra che non esista un metodo migliore di questo per i soggetti che si sono mostrati resistenti all’ipnosi in precedenti occasioni, ma richiede anche un alto grado di esperienza e abilità da parte dell’ipnotizzatore;
Metodo del rilassamento: è uno dei cosiddetti metodi “indiretti”; si tratta semplicemente di un inganno ben dissimulato. Il soggetto non viene informato del fatto che sta per essere ipnotizzato, ma gli viene solo notificato che sta per rilassarsi. Siccome la parola rilassamento ha connotazione meno aggressiva e più gradevole, il soggetto non aumenta le difese psichiche, la suggestione non incontra resistenza e l’ipnosi diventa molto più facile;
Tecnica dei “centri nervosi”: si avvale, al pari del metodo di rilassamento, di un trucco innocente ma efficace. Si parte dalla credenza popolare, ampiamente generalizzata, secondo cui esistono alcuni “centri nervosi” che, immobilizzati, generano paralisi. L’ipnotizzatore pizzica con una mano le palpebre del soggetto e colloca l’altra sulla nuca dell’individuo. Si comincia con la suggestione abituale, avvertendo la persona che, a mano a mano che si rilasserà, la sua testa ricadrà in avanti. Questa caduta non si verifica naturalmente, ma è favorita dall’ipnotizzatore, che comincia via, via, a far maggior pressione sulla nuca del soggetto, accelerando il verificarsi del fenomeno. Se il soggetto riterrà che ciò sia conseguenza di una “paralisi nervosa”, cadrà ipnotizzato con gran facilità;
Tecnica cosiddetta dell’“accompagnatore”. Se il soggetto incontra resistenze ad essere ipnotizzato, gli si chiede semplicemente di osservare una seduta ipnotica fatta su un altro soggetto, “l’accompagnatore” appunto. Questo metodo e considerato ideale per dissipare i timori del paziente; in alcuni casi l’ipnotizzatore esperto può ingannare innocentemente il soggetto, al fine di facilitare ulteriormente la futura induzione ipnotica. Gli viene chiesto di prestare la sua collaborazione, ad esempio di tener ferma la testa del paziente. Concentrando tutta l’attenzione sull’individuo, il soggetto abbassa le proprie difese e senza nemmeno rendersi conto del fatto che le suggestioni ipnotiche sono in realtà dirette a lui, si limita a osservare lo spettacolo, cadendo rapidamente in trance ipnotica. Di fatto, casi di questo tipo si sono verificati varie volte anche senza premeditazione: spesso lo spettatore innocente è caduto in trance ancor prima del paziente oggetto dell’esperimento;
Tecniche di stimolazione chimica sono varie e articolate. Nel corso della storia sono state più volte utilizzate sostanze allucinogene che permettevano di raggiungere con maggior rapidità la trance ipnotica. Nell’era contemporanea, la narcoipnosi inizia verso la fine dello scorso secolo, quando alcuni specialisti somministrano alcune gocce di cloroformio o di etere al soggetto, per facilitarne l’induzione ipnotica. Poco tempo dopo, si fecero esperimenti di questo tipo con morfina, hascisch, canapa indiana o bromuro di etile, pentotal, anidride carbonica, scopolamina ed altre sostanze.
Anche i sonniferi sono stati spesso utilizzati, prevalentemente in due tipi di applicazioni. Somministrati in dosi normali, favoriscono il passaggio del soggetto dallo stato di veglia a quello di sonno. Nella maggioranza dei casi, quando l’ipnotizzatore suggestiona il soggetto addormentato, quest’ultimo, passa a poco a poco dal sonno normale a quello ipnotico. Somministrato in piccole dosi, il sonnifero non ha altro effetto che quello di diminuire leggermente il livello di coscienza a partire dal quale, come ben sappiamo, è facile cadere in trance. Altre volte vengono somministrate piccole quantità di ansiolitici, la cui funzione è ridurre la tensione dell’individuo, affinché possa rilassarsi con maggior facilità. La stessa cosa accade utilizzando alcuni derivati dei barbiturici, che hanno un effetto rilassante sulla muscolatura. Chiaramente l’utilizzo di questi farmaci è destinato solo ai professionisti più integerrimi, autorizzati dalla legge alla loro prescrizione e somministrazione;
Anche i sonniferi sono stati spesso utilizzati, prevalentemente in due tipi di applicazioni. Somministrati in dosi normali, favoriscono il passaggio del soggetto dallo stato di veglia a quello di sonno. Nella maggioranza dei casi, quando l’ipnotizzatore suggestiona il soggetto addormentato, quest’ultimo, passa a poco a poco dal sonno normale a quello ipnotico. Somministrato in piccole dosi, il sonnifero non ha altro effetto che quello di diminuire leggermente il livello di coscienza a partire dal quale, come ben sappiamo, è facile cadere in trance. Altre volte vengono somministrate piccole quantità di ansiolitici, la cui funzione è ridurre la tensione dell’individuo, affinché possa rilassarsi con maggior facilità. La stessa cosa accade utilizzando alcuni derivati dei barbiturici, che hanno un effetto rilassante sulla muscolatura. Chiaramente l’utilizzo di questi farmaci è destinato solo ai professionisti più integerrimi, autorizzati dalla legge alla loro prescrizione e somministrazione;
Tecnica di frazionamento di Vogt. Potremmo affermare che si tratta di un metodo sicuramente adattabile a qualsiasi individuo. Quando la persona è ipnotizzata, le si chiede di raccontare le sensazioni sperimentate durante la trance, incluso le suggestioni risultate più gradevoli e facili da seguire e quelle più imbarazzanti o spiacevoli. In seguito, il soggetto viene svegliato e ipnotizzato di nuovo, ma stavolta seguendo le sue istruzioni personali. In questo modo, le resistenze dell’individuo scompaiono e si raggiunge un livello ipnotico profondo in minor tempo;
Tecnica dell’autoipnosi è una tecnica tramite la quale è possibile ipnotizzare se stessi. Il soggetto capisce che si sta rilassando e autosuggestionando per entrare in un sonno profondo. Coloro che non riescono a “parlarsi” in stato di semiveglia, utilizzano cassette magnetiche registrate precedentemente da sé o da un ipnotizzatore professionista.
Autori come Coué, fecero dell’autoipnosi una specie di rimedio universale a tutti i mali. Altri studiosi ritengono che nella trance autoipnotica si produca “un aumento della ricettività alle idee e della capacità di esaminarle, scoprendone i valori”, mentre esperti come Rosen affermano che “il desiderio di autoipnosi, qualunque sia la ragione addotta dal praticante, non rappresenta altro che la volontà di fantasticare e di allontanarsi dalla realtà, per nascondersi in un mondo di sogni di propria invenzione”. In ogni caso, è evidente che l’apprendimento di questo processo, dovrebbe essere sempre controllato da un professionista competente.
Autori come Coué, fecero dell’autoipnosi una specie di rimedio universale a tutti i mali. Altri studiosi ritengono che nella trance autoipnotica si produca “un aumento della ricettività alle idee e della capacità di esaminarle, scoprendone i valori”, mentre esperti come Rosen affermano che “il desiderio di autoipnosi, qualunque sia la ragione addotta dal praticante, non rappresenta altro che la volontà di fantasticare e di allontanarsi dalla realtà, per nascondersi in un mondo di sogni di propria invenzione”. In ogni caso, è evidente che l’apprendimento di questo processo, dovrebbe essere sempre controllato da un professionista competente.