martedì 10 settembre 2013

L' IPNOSI UMANA E ANIMALE (Volgyesi) prima parte

Prima di Mesmer imperavano le pratiche terapeutiche magiche religiose.
Si adottarono poi i "passi" mesmeriani sfiorando cioè con le mani il corpo dei pazienti secondo una determinata direzione oppure si credette nelle "sostanze magnetiche" atte a risolvere le cosidette "crisi magnetiche". Era in fondo un procedimento analogo all'imposizione delle mani regali "toucher les écrouelles", (azione arcaica ereditata dalla figura sciamanica, presente in tutte le culture umane) che i re
francesi adottavano quando venivano incoronati. I successi ipnoterapeutici od ipnosuggestivi dell'antico "sonno del tempio" (incubazione) e di altre cerimonie o riti curativi si manifestavano spesso con estasi accompagnate da tremori e con stati di trance.
La teoria di Mesmer non resse alla prova del tempo però questo medicoaprì la strada, con le sue tecniche, allo sviluppo della psicoterapia attiva.
L'abate Faria, con i suoi metodi di fissazione degli occhi o della mano, seguita dal comando energico "DORMI!!", fu già il precursore di tutti i metodi di fascinazione e di suggestione verbale.
La tecnica di fissazione dell sguardo di Braid e della scuola di Charcot, basata anch'essa su stimoli, che fanno trasalire, sono usate tuttora in molti luoghi.
Alcuni ipnotisti, trovando faticosa la fissazione sia per il paziente che per il medico, usano la tecnica di Braid e indirizzano lo sguardo del paziente a fissare lungamente un cristallo, una palladi vetro od un altro oggetto di metallo scintillante oppure l'estremità del martelletto per i riflessi, la punta di una matita o di un dito.
Speer cj parla di un caso di fascinazione reciproca in cui non solo il paziente, ma anche lo psichiatra cadde in un sonno profondo ipnotico!
L'oggetto su cui si fissa lo sguardo deve essere tenuto all'altezza della radice del naso in modo da stancare i muscoli motori dell'occhio; lo sguardo convergente e rivolto verso l'alto stanca infatti facilmente il soggetto che è così ben presto forzato a battere le palpebre. Se questo elementare "ipnoscopio" viene abbassato lentamente e senza scosse, gli occhi del paziente lo seguiranno e si chiuderanno involontariamente.
Si daranno a questo punto alcune suggestioni verbali: " le palpebre si fanno pesanti, divengono sempre più pesanti, si vanno chiudendo... si chiudono... Lei non è più in grado di aprirle..." Già a questo punto compare in molti soggetti la "chiusura degli occhi" che si risolverà solo quando verrà data una approfondita controsuggestione: " ora lei può riaprire gli occhi di nuovo".
Vi è una semplice prova di controllo che ciascuno può fare da sé.
Sedete comodamente in una poltrona, chiudete gli occhi, guardate fissando un punto in alto oltre le palpebre chiuse ed aggrottate le sopracciglia. Se cerate, a questo punto, di aprire gli occhi, scoprirete una momentanea "aderenzialità".



Segue....

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