Come coach professionale, mi trovo spesso a dover
declinare il mio intervento in forma di coaching strategico, il quale ha come
target formare il cochee a sviluppare una mentalità strategica,
antitetica e non ortodossa, per affrontare, gestire e risolvere problemi di
ogni tipo.
Nel problem solving esistono diversi metodologie per
la gestione e la soluzione dei problemi, tuttavia, ciò che rende uniformi gli
approcci è l’utilizzo del pensiero.
Pensare, dal latino pensum (participio del verbo pendere: "pesare") l’atto di pensare trasforma un’osservazione
qualitativa in quantitativa, creando così una “realtà illusoria” fatta di
concetti, idee, misure che se sovrapposte alla “realta'” diventano utilissime per
muoverci all'interno di essa, in una parola separa l’oggetto che osserva
da tutto il resto.
Ebbene, le diverse forme di pensiero, quindi di metodo,
consentono di razionalizzare il problema da risolvere, ottenendo anche
risultati diversi.
Nel problem solving si possono classificare le
metodologie associandole alle diverse forme di pensiero.
- Metodo scientifico:
pensiero verticale, esso si mette in moto solamente se esiste una
direzione in cui muoversi.
- Metodo intuitivo: brainstorming, utile per ottenere punti di vista divergenti.
- Metodo creativo: pensiero laterale, ha lo scopo di generare una direzione.
- Metodo avversativo: pensiero antitetico, trasforma gli ostacoli in opportunità
- Metodo strategico: pensiero trasformativo, e’ usato per raggiungere l’obiettivo sfruttando il potenziale della situazione in modo indiretto, osservando e accompagnando il processo trasformativo del reale.
- Metodo non duale: meditazione, è efficace quando è proprio il pensiero ad ostacolare la soluzione.
Si potrà osservare come già detto, che l’uso di un metodo
rispetto ad un altro produrrà risposte e soluzioni diverse.
Per chi si occupa di problem solving sarà importante
rendere automatica la scelta del pensiero da attuare in funzione della
soluzione ricercata, soprattutto padroneggiare il dipanarsi del processo messo
in atto dalle diverse metodologie.
Edward de Bono, massimo esperto di creatività e inventore del
pensiero laterale, suggerisce di recitare la parte del pensatore o avere l’intenzione
di pensare con quel particolare metodo per cominciare ad avere qualche risultato
e successivamente analizzare il pattern che ci ha portato alla soluzione.
Per diventare degli esperti problem solver, occorre avere
competenze trasversali e apertura mentale conquistata con tanta esperienza sul
campo.
Per chi volesse sviluppare l’argomento suggerisco questi
testi.
Nessun commento:
Posta un commento