venerdì 20 dicembre 2013

SULLA BELLEZZA ROUSSEAU


....Dopo aver valutato tutti questi elementi, veniamo all'aspetto fisico: é il primo a far colpo ed é l'ultimo che si debba prendere in considerazione, ma sarebbe errato non farne alcun conto. La grande bellezza mi sembra piuttosto da evitare che da ricercare nel matrimonio. La bellezza impallidisce rapidamente col possesso; nello spazio si sei settimane non conta più niente per il possessore, ma i suoi pericoli durano finché essa dura. Se la donna bella non é un angelo, suo marito é il più infelice degli uomini; e se anche fosse un angelo, come potrà evitare che egli sia continuamente circondato da nemici? Se l'estrema bruttezza non fosse ripugnante, la preferirei all'estrema bellezza; infatti il marito diviene ben presto indifferente all'una ed all'altra, e allora la bellezza si rivela un inconveniente, la bruttezza un vantaggio. Ma la bruttezza che genera disgusto é la peggiore delle sventure, poiché questo sentimento, invece di svanire col tempo, aumenta senza tregua e si trasforma in odio: In tali condizioni la vita coniugale diventa un inferno: meglio essere morti che uniti così. Desiderate la misura in ogni cosa, anche nella bellezza. Un aspetto aggraziato e gentile, che non ispiri passione amorosa ma simpatia, é senz'altro da preferire: qualità di questo genere non recano pregiudizio al marito e si risolvono in un vantaggio comune: la grazia non svanisce come la bellezza, ma resiste al tempo e si rinnova di continuo: dopo 30 anni di matrimonio una brava moglie dotata di grazia piace al marito come il primo giorno.

Tre aforismi base di Rousseau
1) E' proprio dell'uomo non vedersi mai al posto di chi è più felice di lui,
ma solo di chi é da compiangere più di lui.
2) L'uomo compiange negli altri solo quei mali da cui non si crede immune.
3) La pietà che proviamo per i mali altrui non è proporzionale alla grandezza di quei mali, ma al grado di sensibilità che attribuiamo a chi li patisce.

La Coscienza é il più illuminato dei filosofi! (Rousseau)

L’uomo, per sua natura, non pensa molto. Pensare è un’arte che si impara come tutte le altre e anche con maggiore difficoltà. Per entrambi i sessi non conosco due classi realmente distinte: l’una delle persone che pensano, l’altra delle persone che non pensano; e questa differenza deriva quasi unicamente dall’educazione.
(Rousseau)

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