martedì 24 settembre 2024

Effetto colleghi sprint: come la presenza dei più attivi influenza la produttività



Un interessante esperimento (*) condotto dagli economisti Alexandre Mas ed Enrico Moretti ha cercato di capire se un collaboratore particolarmente produttivo rallenta il proprio ritmo quando inserito in un team di colleghi più rilassati, o se accade il contrario.


Utilizzando i dati degli scanner di cassa di una grande catena di generi alimentari, gli studiosi hanno misurato la produttività dei cassieri, rilevando un significativo aumento quando, tra loro, venivano inseriti colleghi più dinamici.

L'analisi ha mostrato che questo incremento non derivava né da una spinta morale né da un improvviso desiderio di migliorare le proprie prestazioni. In realtà, la produttività cresceva solo quando il cassiere più lento era posizionato in modo da essere visibile dal collega più attivo: l’obiettivo non era sembrare incompetente o pigro agli occhi degli altri.

Le conclusioni della ricerca hanno sottolineato che il mix ottimale di lavoratori in un turno è quello che massimizza la diversità di competenze.

La mia esperienza trova riscontro in questo studio, tuttavia la sua applicazione risulta inefficace quando il collega più lento, può essere visto parzialmente o in modo discontinuo dai colleghi sprint, in alcuni casi è stato necessario fare delle parziali modifiche agli ambienti lavorativi o all'organizzazione delle attività per garantirne l'efficacia.
Inoltre, non bisogna farsi troppe illusioni su tali effetti, perché c'è spesso la tendenza a credere che i risultati diventino stabili o permanenti per il collaboratore che ha cambiato il proprio ritmo, "l'effetto sprint" cessa nel momento in cui il collaboratore non è più esposto alla "pressione sociale ambientale" esattamente come sosteneva lo psicologo Salomon Asch nei suoi famosi esperimenti sul conformismo sociale. 

* https://www.aeaweb.org/articles?id=10.1257/aer.99.1.112

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