lunedì 20 gennaio 2025

 


L'ombra che proiettiamo sugli altri

Quante volte ci siamo trovati di fronte a una persona che sembra “troppo” forte, sicura o dominante, e abbiamo sentito un’immediata sensazione di inadeguatezza? Come se, in qualche modo, quella persona avesse un potere su di noi. Ma, in realtà, quel potere è un riflesso della nostra reazione, del nostro modo di percepire quella persona, e non del suo comportamento.

Ogni volta che ci sentiamo intimiditi, non stiamo rispondendo solo a quello che vediamo davanti a noi, ma anche a qualcosa che risuona dentro di noi. Forse quella persona ci ricorda qualcosa che non abbiamo ancora accettato di noi stessi, forse incarna un’idea di forza che desideriamo ma non sappiamo come esprimere. O, al contrario, ci fa riflettere su ciò che temiamo di diventare.

Ecco perché spesso ci troviamo a giudicare o criticare gli altri, pensando di parlare di loro, mentre in realtà stiamo dicendo molto di più su noi stessi. È un po’ come se quando Paolo parla di Giovanni, stesse raccontando più di sé che di Giovanni.

Tutti abbiamo delle ombre dentro di noi, aspetti di noi che non ci piacciono o che non vogliamo vedere. Se non ne siamo consapevoli saremo tentati di proiettarle sugli altri, giudicando o temendo in loro ciò che non vogliamo affrontare in noi.

Ma c'è un modo per liberarci da questo ciclo: prendere consapevolezza di ciò che stiamo proiettando. Ogni volta che ci sentiamo intimiditi, possiamo chiedere a noi stessi: “Cosa di questa persona mi fa sentire così? Che parte di me sto evitando di vedere?”. In questo modo, possiamo fermare la reazione automatica e trasformarla in un'opportunità per comprendere meglio noi stessi.

Le minacce non vengono dagli altri, ma da quello che ci spaventa dentro di noi. Quando smettiamo di temere le nostre ombre, possiamo smettere di proiettarle sugli altri, lasciando che il nostro vero potere emerga.

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