Non cercare di seguire le orme dei saggi.
Cerca quello che loro cercavano.
Matsuo Basho
Fiorire è il fine
Chi passa un fiore
con uno sguardo distratto
stenterà a sospettare
le minime circostanze
coinvolte in quel luminoso fenomeno
costruito in modo così intricato
poi offerto come una farfalla
al mezzogiorno:
Colmare il bocciolo
combattere il verme
ottenere quanta rugiada gli spetta
regolare il calore
eludere il vento
sfuggire all’ape ladruncola
non deludere la natura grande
che l’attende proprio quel giorno.
Essere un fiore è profonda
responsabilità.
Emily Dickinson
Ji Kangzi chiese a Confucio sul governo.
Confucio rispose: «Governare
significa correggere.
Se tu dai l'esempio con la tua rettitudine, chi non oserà essere corretto?».
Il Maestro disse: «Se uno corregge se stesso, che difficoltà avrà a partecipare al governo?
Chi non è in grado di correggere se stesso, come farà a correggere gli altri?».
Dialoghi di Confucio
Identificazione
«Gli avvenimenti della vita quotidiana sono materiale prezioso per l’insegnamento», disse l’anziano maestro all’allievo. «Ti mostrerò cosa intendo. Vieni con me.»
Si recarono quindi al mercato, che pullulava di gente indaffarata in
un’atmosfera di colori e di profumi di spezie. A un tratto, tra la folla, un
tizio gridò: «Guarda chi si vede! Il vecchio ateo perditempo insieme al suo giovane amante!»
L’allievo, udite quelle assurde calunnie, in un accesso di collera si lanciò sull’uomo del mercato. Dopo che si furono azzuffati, il maestro disse all’allievo: «Ora tranquillizzati, possiamo tornare a casa, dove potrai comprendere come ci si sottrae a tali situazioni grazie alla conoscenza della causa».
Arrivati a casa, il maestro estrasse dalla sua libreria una borsa piena di
lettere a lui indirizzate. Gli si rivolgevano come il Maestro dei Maestri, il perfetto Conoscitore dei testi sacri, Colui che è giunto alla perfezione, il Saggio dei Saggi, e chi più ne ha più ne metta.
Tutte quelle lusinghe rivolte al maestro dipinsero un sorriso sul volto dell’allievo.
«Se presti attenzione», disse il maestro, «puoi ricavarne un prezioso insegnamento: ogni mittente si rivolge a me non chiamandomi con il mio
nome, e tanto meno per ciò che sono, ma per ciò che inconsciamente vorrebbe lui essere; l’uomo del mercato, invece, si è rivolto a me per ciò
che intimamente si reputa o ha timore di essere. Così va il mondo. Quindi, per quale motivo andare in collera o inorgoglirsi davanti ai giudizi sul nostro conto?»
Il tesoro nascosto
G. Magi