Pensiamo che se avessimo meditato abbastanza o fatto jogging abbastanza o mangiato cibo perfetto, tutto sarebbe perfetto. Ma dal punto di vista di qualcuno che è sveglio, questa è la morte. Cercare sicurezza o perfezione, gioire nel sentirsi confermati e integri, autonomi e a proprio agio, è una specie di morte. Non ha aria fresca. Non c'è spazio per qualcosa che entri e interrompa tutto ciò. Stiamo uccidendo il momento controllando la nostra esperienza. Fare questo è prepararci al fallimento, perché prima o poi avremo un'esperienza che non possiamo controllare: la nostra casa brucerà, qualcuno che amiamo morirà, lo troveremo fuori abbiamo il cancro, un mattone cadrà dal cielo e ci colpirà in testa, qualcuno verserà del succo di pomodoro su tutto il nostro vestito bianco, o arriveremo al nostro ristorante preferito e scopriremo che nessuno prodotti ordinati e settecento persone vengono a pranzo”.
Il trucco è continuare a esplorare e non salvare, anche quando scopriamo che qualcosa non è quello che pensavamo. Questo è ciò che scopriremo ancora e ancora e ancora. Niente è quello che pensavamo.
Le cose sono sempre in transizione, se solo potessimo rendercene conto. Niente si riassume mai nel modo che ci piace sognare. Lo stato decentrato, intermedio è una situazione ideale, una situazione in cui non ci facciamo prendere e possiamo aprire i nostri cuori e le nostre menti oltre i limiti. È uno stato di cose molto tenero, non aggressivo e aperto. Rimanere con quel tremore - rimanere con il cuore spezzato, con lo stomaco che brontola, con la sensazione di disperazione e il desiderio di vendicarsi - questo è il percorso del vero risveglio. Attenersi a quell'incertezza, acquisire l'abilità di rilassarsi in mezzo al caos, imparare a non farsi prendere dal panico: questo è il percorso spirituale.
Le cose che cadono a pezzi sono una specie di prova e anche una sorta di guarigione. Pensiamo che il punto sia superare il test o superare il problema, ma la verità è che le cose non si risolvono davvero. Si uniscono e si sfaldano. Poi si riuniscono di nuovo e cadono di nuovo a pezzi. È proprio così. La guarigione viene dal lasciare che ci sia spazio perché tutto questo avvenga: spazio per il dolore, per il sollievo, per la miseria, per la gioia.
Pema Chödrön
Nessun commento:
Posta un commento