giovedì 9 gennaio 2025


Durante le feste, parlavo con un collega di come, nelle conversazioni e in aula, l'efficacia nel catturare l'attenzione dipenda principalmente dall'intenzione con cui comunichiamo. 

Da sempre sostengo che per ricevere qualcosa dagli altri, prima bisogna essere in grado di offrirla. 

In questo caso, parliamo dell'attenzione: se non prestiamo attenzione a chi ci ascolta, come possiamo aspettarci che ci diano la loro attenzione?

In aula, spesso chiedo provocatoriamente cosa renda così efficace la mia comunicazione e cosa faccia sì che le persone siano così attente. 

La risposta, all'inizio, è sempre legata a fattori come l'interesse o la curiosità. Ma chi non ricorda il professore noioso all'università, nonostante l’interesse per la materia e la difficoltà dell'esame? Se fosse davvero solo una questione di interesse, un docente sarebbe spacciato.

La verità è che tutto dipende da noi: se non dai, non ricevi. Sta tutto nell'intenzione.


P.S. In inglese "prestare attenzione" si dice "to pay attention", lasciando intendere chiaramente che l'azione comporta un costo. 😉

La tua anima è un giardino e i tuoi pensieri sono i semi.

Puoi far crescere fiori o puoi far crescere erbacce.


Rumi

mercoledì 8 gennaio 2025

Affrontare la paura: una riflessione dal mito di Perseo e della Gorgone


A volte la paura sembra essere l'unica cosa che vediamo, quella che ci blocca e ci fa sentire paralizzati, tutti abbiamo avuto momenti nella vita in cui ci siamo sentiti così.

Mi viene in mente il mito di Perseo, che ha l’obiettivo di portare un dono al tiranno Polidette, ma invece di scegliere qualcosa di facile, decide di affrontare la Gorgone Medusa, una creatura che pietrifica chiunque la guardi negli occhi.
Medusa, in fondo, rappresenta perfettamente quella paura che può fermarci, quella che ci congela.
Perseo, però, non è solo in questa missione, proprio come ognuno di noi, nella nostra storia incontriamo sempre degli alleati lungo la via.
Atena gli offre uno scudo specchiante, Hermes gli dà un elmo che lo rende invisibile, calzari alati e una bisaccia magica, con questi doni, Perseo riesce a sconfiggere Medusa.
Il segreto e non guardarla mai negli occhi. Non la affronta direttamente. La osserva riflessa nello scudo e agisce.
Questa parte del mito è interessante perché ci dice una cosa importante sulla paura: non dobbiamo affrontarla direttamente o cercare di ignorarla. Dobbiamo imparare a guardarla per quello che è, senza farci travolgere. E uno degli strumenti più efficaci per farlo è proprio lo specchio.
Lo specchio, nella sua semplicità, ci invita a riflettere, a prenderci un momento per osservare la paura da una distanza, una pratica che mi aiuta molto in tal senso è la meditazione.
Durante la meditazione, quando ti allontani dall’illusione del mondo, emerge quella parte di noi che rimane serena anche quando tutto intorno sembra in tumulto. Quella parte di noi che non è mai scossa da ciò che accade, proprio come il cielo che ospita le nuvole. Le nuvole passano, ma il cielo rimane immutato.
Allo stesso modo, se riusciamo a rimanere connessi con quella nostra “imperturbabilità interiore”, anche la paura diventa solo una nuvola che passa.
Non vedo la paura come una nemica da eliminare, ma come qualcosa che possiamo osservare in modo distaccato, accogliere e lasciar andare.

E tu, quando la paura ti guarda negli occhi, come reagisci? Hai uno “specchio” che ti aiuta a vederla senza bloccarti? Quando non uso lo “specchio” della meditazione, mi aiuta molto ricordare che tutto passa, che ogni paura è temporanea.

 «Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio. Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso. Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te. Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea.»


Carl Gustav Jung

Libro rosso | Liber primus (Cap. X)

martedì 7 gennaio 2025

Il fascino delle previsioni


 Il fascino delle previsioni


A inizio anno siamo tutti un po’ tentati dal fascino delle previsioni: ci piace pensare di poter pianificare tutto, di sapere cosa ci aspetta. 

Ma la realtà è ben diversa. 

Spesso le nostre previsioni riflettono più ciò che speriamo o temiamo che la realtà stessa. 

E poi ci si mettono i nostri bias cognitivi: l’eccesso di fiducia ci fa credere di sapere più di quanto sappiamo davvero, mentre il bias di conferma ci fa vedere solo quello che vogliamo vedere.

Forse il segreto non è cercare di prevedere il futuro, ma imparare a viverlo con flessibilità. 

È come surfare: non puoi controllare le onde, ma puoi cavalcarle, sfruttandone la forza per mantenere la tua direzione.

Se tendi la corda oltre misura si spezzerà, se la lasci troppo lenta non suonerà.


Siddhartha Gautama

lunedì 6 gennaio 2025

 L'Epifania, nelle filosofie orientali è il risveglio alla realtà ultima, dove la mente (ego) trascende e riconosce che niente è separato e tutto è interconnesso. Per il Buddhismo è l'illuminazione che supera la sofferenza. Nel Taoismo è il flusso naturale dell'esistenza. E' la realizzazione che la verità è dentro di noi, oltre le percezioni limitate. C'è una bella storiella che la rappresenta:


Il tesoro nascosto

Un onesto vecchietto visse per lunghi anni nella più dura indigenza.

Non possedeva nulla, se non la sua misera capanna con all'interno una stufa e altre poche cose.

Una notte gli fece visita uno strano sogno: una voce da dietro una porta gli suggeriva di compiere un lungo viaggio verso una città straniera. 

Li, sotto il ponte del castello del sovrano, avrebbe trovato un tesoro sepolto. L'indomani, il pover'uomo fu molto stupito di un sogno così bizzarro che pretendeva di farlo partire verso un luogo talmente remoto e per giunta privo di mezzi di locomozione e di sussistenza. 

Ma durante le notti seguenti, il sogno si ripeté. 

Così, prendendo il coraggio a quattro mani, decise di mettersi in cammino verso la città indicata dal sogno.

Dopo tanti giorni di marcia e dopo vari ostacoli lungo il percorso, giunse finalmente a destinazione. 

Ma scopri subito una cosa che lo scoraggiò molto: il ponte era pattugliato giorno e notte dalle sentinelle reali.

Non poteva certo mettersi a scavare nel punto indicato. 

Così ogni mattina torna sul posto osservando sino al tramonto la situazione magari le sentinelle si sarebbero allontanate e lui avrebbe potuto scavare. 

Dopo qualche giorno, il capitano delle guardie notó il suo andirivieni e incuriosito gli si avvicinò. 

In tono garbato gli chiese: «Brav'uomo, da qualche giorno ti vedo andare e venire vicino al ponte reale. Posso aiutarti? Stai forse aspettando qualcuno o hai perso qualcosa?».

Il vecchio, che era un uomo semplice, raccontò all'ufficiale il sogno che lo aveva spinto sin li.

«Pover'uomo», scoppiò a ridere il capitano; «Hai davvero consumato le tue scarpe per giungere sin qui da così lontano solo per dar retta a un sogno? 

Sei davvero un credulone! Se io fossi stato come te ora starei perdendo il mio tempo pellegrinando nella direzione opposta. 

Tempo fa, infatti, una voce in sogno mi esortava ad andare nel tuo paese alla ricerca di un enorme tesoro nascosto sotto la stufa di una misera capanna dove abita un onesto vecchietto che ha vissuto per lunghi anni nella più dura indigenza. Figuriamoci!», disse, continuando a ridere di quella storia che a lui pareva tanto buffa. 

«Ma te l'immagini vedermi arrivare fin laggiù e mettere a soqquadro tutte le capanne di quel povero paese alla ricerca di un fantomatico tesoro? 

Ma, fortunatamente, non sono certo un tipo che dà ascolto ai sogni o alle voci interiori!».

Il vecchio, dopo averlo ascoltato con dissimulata trepidazione, salutò l'ufficiale ringraziandolo per quanto gli aveva detto. 

Se ne tornò così in tutta fretta alla volta di casa propria.

Una volta arrivato, cominciò a scavare sotto la stufa. 

Scopri un tesoro inestimabile che giaceva li da sempre, nel luogo in cui aveva vissuto tutta la vita.

Quell'enorme fortuna mise fine alle sue tribolazioni.

Ma gli occorse quel lungo viaggio per scoprire il tesoro.


Il dito e la luna

Gianluca Magi